lunedì 8 luglio 2013

FIVE FOR JAZZ - Luigi Bonafede, Massimo Urbani, Pietro Tonolo, Piero Leveratto, Paolo Pellegatti - LIVE IN SANREMO AND PESARO, 1984


Registrammo «Five For Jazz – Live in Sanremo & Pesaro» nell’84. È stato il mio secondo disco con lui, e ricordo che Massimo ha suonato come sempre in un modo incredibile, dimostrando una padronanza strumentale e di linguaggio veramente alta. Devo dire che lui considerava quella incisione come una delle sue migliori.


I pezzi erano miei, ma chiamai il gruppo Five For Jazz. Feci io la direzione musicale, e non per megalomania: è stata l’unica «tassa» che ho imposto perché volevo un’unità di intenti e una coerenza di repertorio. Volevo che tra un pezzo e l’altro ci fosse un minimo denominatore comune, un sound di gruppo molto riconoscibile pur nel rispetto dei ruoli, idee e personalità dei singoli musicisti; comunque, questa è un po’ anche una mia caratteristica.


Il disco è stato fatto per la Splasc(h) da Spagnoli, con Alberto Alberti. Con questo disco siamo stati ad Umbria Jazz, a Nizza… era un gruppo che andava. C’era Pietro Tonolo, e con Massimo era una coppia che funzionava, anche se uno era del Polo Nord e uno dell’Equatore, ma davano quello che mancava l’uno all’altro. A Massimo mancava una conoscenza scientifica della musica, che era la forza di Pietro. A volte tendeva ad esasperare la situazione, sia emotivamente che nella durata del solo, che faceva sempre con gusto e maestria. Delle volte faceva degli assoli bellissimi, ma troppo lunghi. Grazie al modo di Pietro, Massimo diventava più contenuto e sintetico, trasmettendo ugualmente tutta la sua emotività. 

Pietro era l’opposto di Massimo anche negli atteggiamenti; ha un modo diverso di esprimere il suo lato viscerale e sanguigno, quasi statuario, e con Massimo dopo un quarto d’ora era sistemato. Quindi Massimo suonava un po’ più regolare e Pietro, pur mantenendo le sue caratteristiche di musicista superpreparato, contenuto, era influenzato dalla visceralità di Massimo; senza rendersene conto aveva acquisito un «lasciarsi andare» maggiore e dei tempi più lunghi.


Aveva un suo suono tra i più belli insieme a quelli di Trane, Parker e Larry. Massimo aveva un impatto musicale emotivo degno dei più grandi. Purtroppo non si è dato il tempo di scoprirlo e tanto meno gliel’ha dato il nostro ambiente. Lui cercava in maniera istintiva, inconscia, come un animale cerca di mangiare quando ha fame. Non credo che si fosse mai posto, come tutti i veri artisti, il problema se avesse o non avesse trovato uno stile.


Bisogna ricordare che Massimo ha iniziato a suonare il jazz a quattordici anni, con Gaslini. Era normale, quasi fisiologico, che cercasse le origini di questa musica e che questa operazione poi l’aveva portato a qualche confusione. Il musicista è anche soprattutto un uomo e Massimo aveva problemi interiori psicologici oggettivi, molto più impellenti, più profondi e più importanti del suo stile, avendolo per giunta di natura. Ma se vogliamo sottintendere che non aveva cambiato la storia del jazz allora entriamo in un altro discorso, tra l’altro molto delicato e molto soggettivo. Massimo, fino a che c’è stato, non ha cambiato la storia in maniera determinante come lo hanno fatto Miles, Trane, Parker, Monk; come non l’hanno cambiata il 90% dei jazzisti di tutto il mondo. Certonon l’hanno cambiata Keith Jarrett o Wynton Marsalis o Mike Brecker, o un tango suonato da una fisarmonica; ma tutti questi, compreso Massimo, l’hanno fatta la storia. I Miles ed i Trane, senza tutti i precedenti, senza i loro partners e senza tutti noi, non avrebbero potuto cambiare proprio niente.

È una questione di ruoli, e tutti sono ugualmente importanti: le storie ed i suoi cambiamenti. Un infinito mosaico di sfumature umane che lentamente si muovono, è un equilibrio della natura dove un leone non può vivere senza una gazzella, o un insetto senza i fiori.


Purtroppo nel nostro ambiente c’è sempre stata fretta di etichettare, di catalogare, di giudicare, di dare un marchio fin dalla prima nota, senza più mutarlo, continuando a fare abbinamenti e paragoni. Tutto questo non è certo uno stimolo alla ricerca e alla creatività. Se tutti noi, musicisti, critici, discografici, pensassimo di più alle cose essenziali della musica e quindi della vita, che non sono quasi mai chiare da subito, stimolandoci di più con la fiducia anziché con il giudizio; se fossimo meno ansiosi, più umili, più rispettosi delle sfumature e delle fatiche di ognuno di noi; se ascoltassimo con gli occhi, le orecchie, la pancia e tutti i sensi, forse ci sarebbero più stili, più innovazioni, più lavoro e meno frustrazioni. Tornando a Massimo, credo che il suo problema non fosse in nessun caso di tipo musicale, ma di tipo strutturale, psicologico.

Luigi Bonafede, da “L’Avanguardia è nei sentimenti – Vita, morte, Musica di Massimo Urbani” a cura di Carola De Scipio – stampa alternativa 1999



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Credits:

Five For Jazz

Label: SPLASC(H)
Catalog#: CD HP 01.2
Format: CD
Country: Italy
Recorded
May 1984, (tracks 1 to 4),
July 1984 (tracks 5 to 7)

Massimo Urbani (alto sax),
Pietro Tonolo (tenor sax),
Luigi Bonafede (piano & leader),
Piero Leveratto (bass),
Paolo Pellegatti (drums)



Tracklisting:
 

1) Ca’Nova - 16:16
2) Marisa - 3:21
3) Samba Swing - 18:47
4) For Larry - 11:31
(dedicated to the great tenorman Larry Nocella)




1) Lorella - 2:34
2) Atmosfera - 10:34
3) Locomotiva - 6:33

3 commenti:

  1. grazie, veramente molto bello. Uno dei titoli mi fa venire in mente il grande Larry Nocella... ricordo di aver ascoltato da ragazzo un suo lp per la Red e Brother man a nome di Pillot - Farmer, erano tra gli lp che mi aveva prestato un amico i miei preferiti, insieme al secondo dei Nexus, ora assolutamente introvabile. Un ricordo personale su Max.. andai in un jazz club per ascoltarlo, ma lui purtroppo non si fece vedere... grande delusione, ma lui era fatto anche così. Saluti
    Alessandro

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  2. Ancora grazie per queste perle di/con Urbani. Non so come farei senza questo blog.

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  3. Io questo disco, come tutti gli altri splasc(h) di massimo e sud di schiano, ce l'ho in CD.
    ma sono andati fuori catalogo?

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